GASTROENTEROLOGIA - ENDOSCOPIA DIGESTIVA - STUDIO SPECIALISTICO

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Scintigrafia

ALTRE METODICHE > NON GASTROENTEROLOGICHE > DIAGNOSTICA PER IMMAGINI

La scintigrafia è una metodica diagnostica, che utilizza radioisotopi, ovvero sostanze che, una volta iniettate nel corpo umano, raggiungono organi specifici (detti organi bersaglio) in base alle loro caratteristiche e da lì inviano radiazioni gamma.
Le radiazioni sono raccolte da un apparecchio (gamma camera) e tradotte da questo in segnali elettrici, che vengono rielaborati, fornendo un'immagine della loro distribuzione.
Da tale immagine si può risalire alla struttura dell'organo e, con opportuni accorgimenti, anche alla sua funzionalità. In caso di tumori, come radioisotopi si utilizzano i cosiddetti indicatori positivi (gallio, iodio, anticorpi monoclonali, ecc.), che, in condizioni normali, non sono captati (assorbiti) dagli organi bersaglio, mentre lo sono quando un tale organo è stato colpito da un tumore.

Gli indicatori positivi sono utili per la diagnosi, la definizione istologica (ovvero la caratterizzazione delle cellule costituenti il tumore) e la stadiazione  (ovvero la determinazione del grado di avanzamento della malattia). Inoltre, sono di supporto alla terapia chirurgica (la cosiddetta terapia radioguidata) e nel follow-up (controlli successivi finalizzati a seguire l'evoluzione della malattia ed all'aggiornamento  terapeutico). La scintigrafia è una tecnica molto sensibile.
É capace di rilevare lesioni piccolissime (bastano poche cellule), come tumori in via di formazione e metastasi a distanza (masse tumorali formate da cellule derivanti da  un tumore localizzato in un'altra parte dell'organismo): per questo fa parte degli esami standard che vengono prescritti dopo una diagnosi di tumore..
Si tratta di un esame non pericoloso, perché i radioisotopi utilizzati non possono provocare reazioni allergiche, sono eliminati rapidamente dall'organismo ed emettono radiazioni  in minima quantità.

ESEMPIO
In pratica si sceglie la sostanza da “marcare”, ovvero da rendere radioattiva, in base all'organo da studiare.
Se si deve esaminare ad esempio il fegato, si somministra per via endovenosa un radiocolloide che si va a fissare in corrispondenza delle cellule reticolo-endoteliali, molto numerose a livello del fegato e della milza.
L’indagine consente pertanto una buona visualizzazione del fegato e della milza ed è in grado di evidenziare eventuali alterazioni della fissazione e distribuzione del radiofarmaco.
Dopo circa 10-15 minuti dall'iniezione o, comunque, entro le 5-6 ore, il paziente viene posto al di sotto della gammacamera opportunamente sdraiato sul lettino. Si utilizza, a questo proposito, una gammacamera a campo grande con collimatore ad alta efficienza in grado di comprendere sia il fegato che la milza. La Gammacamera è uno strumento in grado di rilevare i raggi gamma (simili ai raggi X delle radiografie) emessi dai tessuti radioattivi.

Un computer trasformerà poi questi segnali in un'immagine colorata dell'organo esaminato. Dato che più una cellula è attiva più sostanza viene  assorbita, la scintigrafia è capace anche di dare informazioni sulla funzionalità delle diverse parti di un organo. In questo caso le zone che sono più attive appaiono all'elaborazione finale colorate di rosso, mentre le zone che lo sono meno  appaiono blu.

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