GASTROENTEROLOGIA - ENDOSCOPIA DIGESTIVA - STUDIO SPECIALISTICO

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Colangiocarcinoma

MALATTIE DELLE VIE BILIARI

Il colangiocarcinoma è un tumore maligno che non interessa direttamente il fegato ma le vie biliari, infatti è un tumore maligno che origina dalla  trasformazione delle cellule delle vie biliari, cioè i canalicoli che trasportano la bile prodotta dal fegato all'intestino, e rappresenta circa il 20% di tutti i tumori primitivi del fegato.
Si tratta di una patologia piuttosto rara, che colpisce in media 1,5 soggetti ogni 100 mila abitanti in Europa.
Esiste una prevalenza nel sesso maschile, con un picco di incidenza attorno alla settima decade di vita.

Non vi sono fattori causali certi.
Tuttavia, è noto che l’infiammazione cronica ed il danno cellulare dei dotti biliari provocato dall’ostruzione del flusso della bile costituiscono due delle  principali condizioni responsabili dello sviluppo della neoplasia. Tra i fattori di rischio responsabili della possibile insorgenza della neoplasia ci sono quindi le malformazioni e le infiammazioni croniche delle vie biliari, la degenerazione cronica  del fegato su base infettiva e tossica (cirrosi), e l’abuso di alcool e fumo di tabacco, anche se il ruolo di questi ultimi non è ancora accertato.

Diagnosi
Occorre effettuare una serie di esami clinici (attraverso la palpazione il medico valuta l’eventuale presenza di una massa nella regione superiore destra dell’addome,  le dimensioni dei linfonodi superficiali e se nella cavità addominale è presente liquido libero) e di laboratorio (gli esami del sangue, su cui si effettua il dosaggio della bilirubina, della fosfatasi alcalina, della glutamiltrasferasi, e la ricerca  dei marcatori tumoraliCEA e CA 19.9. Esistono infine diversi esami strumentali che permettono di accertare o di escludere la presenza della malattia oncologica.

TAC: Quando eseguita con metodica multifasica (con mezzo di contrasto) resta comunque l'esame di elezione, in grado di dare un profilo completo della massa tumorale, della sua  posizione e della sua vascolarizzazione all'interno del fegato stesso.
RMN: Le nuove metodiche con contrasto si sono rivelate sostanzialmente di efficacia analoga alla TAC per la visione delle lesioni epatiche.
Angiografia: Consente di effettuare la diagnosi e al tempo stesso, se indicata, praticare una terapia loco-regionale specifica.
Biopsia: Agli esami strumentali è spesso utile far seguire una biopsia necessaria a valutare il tipo di tumore, il suo grado di aggressività e di conseguenza la terapia più adatta per combatterlo con la maggiore efficacia possibile.

Terapie
Le terapie sono sia di tipo chirurgico che non invasivo. Si tratta comunque di un tumore non semplice da trattare perché la sua resezione è spesso complicata dal fatto che congiuntamente all'ostruzione del tumore va anche ricostruita la continuità biliodigestiva, cioè la continuità d'organo del tratto digerente.
Essendo questi interventi altamente demolitivi, e questa circostanza è specificamente richiesta per eliminare al massimo il rischio di lasciare cellule tumorali attive, le complicazioni post-operatorie sono molto frequenti.
L'utilizzo di radioterapie e chemioterapie non ha ancora dimostrato una efficacia terapeutica accertata, anche se vengono comunque utilizzate per ridurre la massa tumorale e quindi anche l'invasività dell'intervento.
In fasi avanzate, invece, un’adeguata terapia palliativa consente di garantire al paziente una qualità di vita accettabile.

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