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Acquaviva delle Fonti

CHI SIAMO

Acquaviva delle Fonti è un comune italiano di 19.932 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia
Provincia: Città Metropolitana di Bari
Popolazione: 20.760 (2017) ISTAT
Abitanti: 19.932 (31-8-2022)
Coordinate: 40°54′0″N 16°51′0″E / 40.9, 16.85Coordinate: 40°54′0″N 16°51′0″E / 40.9, 16.85
Altitudine: 300 m s.l.m.
Città metropolitana: Bari
Superficie: 132,03 km²
Densità: 150,97 ab./km²
Frazioni: Collone, Curtomartino, Salentino
Sottodivisioni ulteriori: Baronaggio, Cacascola, Curtomartino, Malano, Molignana, Scappagrano

Comuni contigui: Adelfia, Casamassima, Cassano delle Murge, Gioia del Colle, Sammichele di Bari, Sannicandro di Bari, Santeramo in Colle
CAP: 70021
Pref. telefonico: 080
Codice ISTAT: 072001
Codice catasto: A048
Class. sismica: zona 3 (sismicità bassa)

Class. climatica: zona D, 1610 GG
Nome abitanti: acquavivesi
Santo patrono: Sant'Eustachio, SS. Maria di Costantinopoli
Giorno festivo: 20 maggio, 1° martedì di marzo, 1° martedì di settembre

La cittadina si trova a metà strada tra la riviera adriatica e il golfo di Taranto, ad un'altitudine media di 300 metri sul livello del mare e deve  il suo nome alla grande falda acquifera che scorre nel suo sottosuolo.

È nota per la cipolla rossa  di Acquaviva delle Fonti, famosa per la sua dolcezza, presidio Slow Food, è riconoscibile per la tipica forma appiattita e per la sua colorazione rosso/violaceo: un grosso disco dello spessore di 6-7 centimetri, larga fino a una spanna, e con un peso di circa 500 grammi.

Storia

Appartenuta ai normanni, che edificarono il Castello, passò agli svevi, agli angioini e agli aragonesi. Passato al principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, il feudo di Acquaviva fu assegnato in dote nel 1456 alla di lui figlia Caterina   sposa del duca d'Atri Giulio Antonio Acquaviva, assieme ai feudi di Noci, Turi, Conversano Castellana, Bitonto, Bitetto e Gioia. Nel 1499 il feudo di Acquaviva apparteneva alla contea di Conversano. Il marchesato di Acquaviva, assieme alla contea di Gioia,  passato nel 1597 a Giosia  e al di lui figlio Alberto Acquaviva d'Aragona, fu messo in vendita nel 1614 da quest'ultimo per dissesti finanziari.

In tale data in Napoli presso la Regia Camera Sommaria era affisso il bando d'asta con l'apprezzo stimato dai  Regi Tavolari e Acquaviva era così descritta:Acquaviva è una terra ricca e populata,1700 fuochi(8.500 abitanti) di sito bellissimo, presenta comodità di negoziare ogli (oli) stando nel cuore della provincia ricchissima di tale frutto. La vicinanza  al mare offre la possibilità di smaltirlo, per Venetia, Ferrara et per altri infiniti luoghi.. La vendita di Acquaviva, assieme a Gioia, avvenne nel 1614 per acquisto da parte di uomo d'affari genovese marchese Paride Pinelli. Nel 1623 alla morte di  quest'ultimo il feudo di Acquaviva e Gioia fu comprato per 216.000 ducati dal genovese marchese di Assigliano Carlo de Mari. Il nuovo feudatario fissò la sua dimora nel vecchio castello di Acquaviva delle Fonti trasformandolo in uno splendido palazzo  baronale e in seguito alla compera del feudo di Castellaneta per 70.000 ducati, col titolo di principe, iniziò la dinastia de Mari che governò con dispotismo, usurpazioni e sfruttamento il popolo di Acquaviva, Gioia e Castellaneta fino all'abolizione  della feudalità del 1806.

Monumenti e luoghi di interesse:
La Concattedrale di Sant'Eustachio
edificata nel XII secolo dal feudatario normanno Serguglione, fu ristrutturata ed espansa intorno alla seconda metà del Cinquecento dal conte Alberto Acquaviva d'Aragona e conserva oggi lo stile rinascimentale. Le  decorazioni all'interno sono state   eseguite nell'Ottocento.

Palazzo de Mari-Alberotanza
Costruito dal principe Carlo de Mari alla fine del XVII secolo inglobando un torrione del ex castello normanno, il monumentale palazzo fu opera dell'architetto genovese Riccobuono. Presenta sulla facciata principale una triplice balconata balaustrata sul grandioso portale d'ingresso di gusto napoletano. Particolare successione di maschere apotropaiche sotto il cornicione, presenta una corte interna con loggiato al primo piano e stemma araldico dei principi de Mari. Presenta oltre cento ambienti interni.  Il palazzo passò nel sec. XIX a D.Sante Alberotanza, nobile di Mola di Bari.

Torre dell'orologio

La struttura, edificata nella metà del XVI secolo come parte del palazzo del Sedile per volere di Andrea Matteo Acquaviva, Duca d'Atri e Marchese di Acquaviva, presenta una pianta quadrangolare e si articola su tre ordini sovrapposti.
Il prospetto della facciata del primo registro è in bugnato, mentre nel secondo sono visibili due stemmi della città di Acquaviva delle Fonti e, al centro, una croce sabauda coronata aggiunta nel 1861.
Il terzo registro ospita l’orologio inquadrato da due coppie di colonne e sormontato da un arco campanario mistilineo a vela fiancheggiato da due grandi vasi in stile etrusco. Le attuali forme neoclassiche sono il risultato di rifacimenti dei primi anni del XIX secolo che hanno sensibilmente modificato l’originale impianto cinquecentesco.

Cassa Armonica
Sistemata al centro della piazza principale è uno dei simboli di Acquaviva delle Fonti.
La Cassarmonica è un chiosco della musica monumentale di Acquaviva delle Fonti, nella città metropolitana di Bari. Ubicata nel centro di piazza Vittorio Emanuele II, assieme alla Chiosco della Musica di Rapallo, nella città metropolitana di Genova, è una delle due strutture di questo tipo a essere realizzate in cemento armato in tutta Italia.
L'idea della costituzione di un chiosco della musica stabile e in ferro nacque nel 1907 da un gruppo di cittadini acquavivesi. Il 20 agosto dello anno fu esposto un manifesto che invitava la popolazione a donare dei fondi per la costruzione di una cassa armonica che potesse ornamentare piazza Vittorio Emanuele II ed essere un monumento per Acquaviva. Per la sottoscrizione fu costituito un comitato che tuttavia non riuscì a raccogliere le risorse economiche necessarie per l'edificazione. L'idea della cassa armonica tornò in auge solo nel 1929, quando il 13 luglio il podestà di Acquaviva delle Fonti ne deliberò la costruzione e quando furono effettuati alcuni contributi.
La Cassarmonica fu dunque costruita nel 1930, sostituendo una struttura lignea mobile preesistente. L'opera è stata realizzata anche per onorare la banda musicale di Acquaviva delle Fonti, fondata non prima del 1829 e vincitrice di concorsi a livello nazionale e internazionale.
L'edificazione fu affidata alla ditta edile barese Fratelli Bollani — come testimonia un'iscrizione ormai poco leggibile apposta sul basamento del lampione destro — su disegno del canonico Ernesto Tisci e avanzò sotto la direzione dell'ingegner Vincenzo Cirielli.
Nel dicembre 1963, in occasione del 150º anniversario della nascita di Giuseppe Verdi, fu organizzato un concerto di musiche verdiane. Tale evento fu anche trasmesso in televisione sul primo canale della Rai.
Nell'agosto 2014, la Cassarmonica ha subito un rifacimento del pavimento in legno, ricostruito da un'azienda locale.

Grotta di Curtomartino
L'origine delle Murge è connessa allo scontro avvenuto nel Cretaceo superiore, circa 100 milioni di anni fa, tra la zolla africana e quella europea, quando si ebbe il sollevamento della cosiddetta "piattaforma appula".
Le attuali Murge sono costituite essenzialmente dal calcare di Bari, più in basso e più antico, e dal calcare di Altamura, più recente.
Il territorio della Puglia è diffusamente interessato dai segni carsici, sia nelle forme superficiali (doline, puli, campi solcati, microforme), che in forme sotterranee (grotte, gravi, inghiottitoi).
In Puglia sono circa 1500 le cavità sotterranee conosciute e l’area carsica più esplorata è sicuramente quella della Murgia.
La grotta di Curtomartino rappresenta un significativo esempio di grotta carsica, la cui parte attualmente alla luce, per una lunghezza superiore ai 50 metri ed una larghezza che raggiunge i 20 metri, rappresenta solo una minima parte dell’estensione ancora da esplorare.
L’interno della grotta, dove lo stillicidio dell’acqua ha generato una notevole varietà di concrezioni calcitiche, in molti casi eccezionali per forma, colori e dimensioni, rappresenta la sua parte più suggestiva e spettacolare. Numerosi sono gli speleotemi in grado di attirare l’attenzione e suscitare le curiosità del visitatore: dalle numerosissime stalattiti bianche ai panneggiamenti, che creano drappeggi dalle forme più varie sulle pareti della grotta; dalle tozze e larghe stalagmiti alle possenti colonne derivanti dalla fusione di stalattiti e stalagmiti.

Parco dei Briganti
Circa 35 ettari di prati e bosco tra Acquaviva delle Fonti e Santeramo in Colle. Sette percorsi naturalistici per tutte le età e anche per ipovedenti. Si chiama Parco dei Briganti.
Il nome ha preso spunto da una pagina di storia appartenuta a queste terre di Murgia e di zone interne, predisposte ad ospitare fenomeni malavitosi; è legato particolarmente alla figura di Vito Servodio, il giovane ribelle che si oppose all’Unità d’Italia, vista dai contadini del Sud come un’invasione dei Piemontesi. Il brigante Servodio, nacque a Cassano delle Murge nel 1858, e dopo anni di lotte, sommosse e reati, fu scovato e ucciso nel Bosco di Mesola, proprio nella zona del parco, nel 1900, nella masseria Pantalone.


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