GASTROENTEROLOGIA - ENDOSCOPIA DIGESTIVA - STUDIO SPECIALISTICO

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PET

ALTRE METODICHE > NON GASTROENTEROLOGICHE > DIAGNOSTICA PER IMMAGINI

Positron Emission Tomography

La tomografia a emissione di positroni (Pet) è una tecnica di imaging di medicina nucleare e di diagnostica medica, utilizzata per la produzione di bioimmagini (immagini del corpo) al fine di:

  • spiegare in modo non invasivo i processi biochimici,

  • diagnosticare malattie e

  • monitorare l'impatto dei farmaci sperimentali nelle sperimentazioni cliniche,

il tutto in soggetti umani viventi.


E’ quindi una tecnica scintigrafica basata sulla rilevazione esterna dei fotoni di annichilazione prodotti da radionuclidi emittenti positroni.
La Pet fornisce informazioni di tipo fisiologico, a differenza della Tac e Risonanza Magnetica Nucleare che invece fornisce informazioni di tipo morfologico della zona anatomica esaminata.
Con l’esame Pet si ottengono mappe di processi funzionali all’interno del corpo.


La PET utilizza vari tipi di traccianti.
Fra questi, i più importanti sono lo 18F-FDG, che si utilizza per lo studio di molti tumori; la 11C-metionina, per i tumori cerebrali; la 11C-colina, per il carcinoma della prostata; altri traccianti sono in grado di valutare l’ipossia cellulare, cioè di identificare aree di necrosi”. Tutti questi traccianti, fornendo indicazioni sui volumi tumorali, aiutano a definire piani di cura più mirati.

Metodica
La procedura inizia con l’iniezione, per via indovenosa, o inalazione di gas, nei casi piu’ rari, nel soggetto da esaminare, di un isotopo tracciante con emivita breve, legato chimicamente a una molecola attiva a livello metabolico ovvero con l'iniezione di un radiofarmaco, un farmaco marcato con un radionuclide che emette positroni (tra cui il carbonio-11, fluoro-18), seguito da una scansione PET.
Il radiofarmaco più comune è [18F] flurodeoxyglucose (FDG), una molecola di zucchero radioattivo che può essere utilizzato per identificare i tumori e la diagnosi del cancro.

Attraverso un computer vengono elaborati i segnali provenienti da una macchina, che rileva la distribuzione delle cellule che emettono positroni in risposta alla presenza del glucosio radioattivo.
Questa tecnica permette di evidenziare molto chiaramente le cellule tumorali, che reagiscono al glucosio più delle altre cellule.
L’esecuzione dell’esame è semplice, non invasiva e priva di rischi.

La PET è in grado di rilevare alterazioni funzionali anche molto precoci di organi e apparati, traducendo in immagini il metabolismo di molecole fondamentali per l'organismo.
Oltre ad individuare il tessuto tumorale, la PET è in grado di valutarne accuratamente l’estensione. Può essere utilizzata, dunque, per avere informazioni in tempo quasi reale sull’andamento di una terapia: se le cellule non consumano più zucchero significa che stanno morendo, quindi il paziente risponde in modo positivo alla cura.

La complessità della PET è legata da una parte alle apparecchiature ad altissima tecnologia necessarie per sintetizzare i radiofarmaci (o traccianti) e per realizzare le immagini, dall’altra, al fatto che gli atomi radioattivi utilizzati hanno una emivita (vita media) molto breve - due ore al massimo - e devono essere prodotti al momento dell'utilizzo.

Con scanner idonei ed ancora più sofisticati, le immagini PET possono essere combinate con quelle TAC o RMN dello stesso paziente.

PET/TC: In ambito oncologico, su indicazione dello specialista, la PET/TC permette di rispondere a quesiti specifici quali la diagnosi di malattia, la sua stadiazione (diffusione locale ed a distanza), valutazione della risposta alla terapia medica, diagnostica differenziale tra recidiva di malattia e fibrosi post-trattamento.

PET/RM: Il vantaggio evidente è di ottenere le immagini sia strutturali che funzionali PET, nello stesso momento.

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