GASTROENTEROLOGIA - ENDOSCOPIA DIGESTIVA - STUDIO SPECIALISTICO

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Neoplasie

MALATTIE DELL'INTESTINO > ANO

Il cancro dell’ano è un tumore maligno molto meno frequente rispetto a quello del colon-retto. Il cancro del margine anale e del canale anale rappresenta circa l’1% della totalità dei cancri del tubo digerente.
Si tratta di una patologia che prende origine dalle cellule della cute perianale o più frequentemente dell’anoderma (rivestimento interno del canale anale).
Le neoplasie del canale anale rappresentano approssimativamente il 2.5-5% di tutti i tumori del colon.
Le forme più comuni (90%) sono quelle epiteliali che comprendono diversi istotipi: neoplasia intraepiteliale (displasia), malattia di Paget, carcinoma squamoso, adenocarcinoma, adenocarcinoma mucinoso, carcinoma a piccole cellule, carcinoma indifferenziato, carcinoide. Il carcinoma squamoso è generalmente associato ad una infezione cronica da papillomavirus (HPV 16-18) e la sua incidenza è in aumento nei pazienti giovani, in particolare omosessuali ed immunodepressi. L’adenocarcinoma ha spesso origine dalla mucosa del retto distale ed ha una prognosi peggiore rispetto al carcinoma squamoso. Il melanoma anale si sviluppa frequentemente dalla cute perianale o del margine anale. Può presentarsi come una lesione pigmentata e diffonde precocemente ai linfonodi regionali e per via ematogena.

I fattori di rischio sono:

  • età 50 anni o più;

  • infezione da Papillomavirus umano (HPV);

  • promiscuità sessuale;

  • rapporti sessuali anali;

  • arrossamento, gonfiore e irritazione della regione anale;

  • presenza di fistole anali (cavità anomale);

  • fumo.

Potenziali segni di malattia sono il sanguinamento dall’ano o dal retto o la presenza di un nodulo in prossimità dell’ano.
Questi e altri sintomi possono essere causati dalla presenza di un tumore o di altre patologie.
Recatevi immediatamente dal medico, meglio se specialista, se riscontrate la presenza di uno o più dei seguenti sintomi:

  • sanguinamento dal retto;

  • dolore o sensazione di pesantezza nella regione perianale;

  • prurito o perdite dall’ano;

  • nodulo in prossimità dell’ano;

  • modifica dell’attività intestinale.


La diagnosi si formula sulla base di esami che consentano di verificare lo stato del retto e dell’ano:
esame fisico e storia clinica: visita medica per verificare i segni generali delle vostre condizioni di salute, inclusa la  presenza di eventuali segni di malattia, quali presenza di masse o qualunque altra manifestazione che possa sembrare anomala. Compilazione della vostra storia con riferimento a malattie di cui avete sofferto e relativi trattamenti e indicazioni sulle  abitudini di vita.
esplorazione rettale: esame dell’ano e del retto. Il medico, dopo aver indossato un guanto sottile monouso, introdurrà delicatamente un dito lubrificato nel basso retto e palperà la zona per individuare la presenza di eventuali noduli  o aree anormali;
anoscopia: l’operatore inserisce delicatamente attraverso l’ano e il basso retto un tubo flessibile detto anoscopio, tramite il quale può esaminare accuratamente la parte interna del basso retto e dell’ano;
proctoscopia o sigmoidoscopia: l’operatore inserisce delicatamente attraverso l’ano un tubo flessibile detto proctoscopio o sigmoidoscopio, tramite il quale può esaminare accuratamente tutto il retto.
ecografia endoanale o endorettale: tecnica che sfrutta le rifrazioni degli ultrasuoni per visualizzare le strutture interne dell’organismo. Si attua inserendo nell’ano o nel retto un tubo dotato di apparato illuminante detto endoscopio.  Le riflessioni degli ultrasuoni formano un’immagine dei tessuti corporei detto sonogramma. Questa tecnica si chiama anche endosonografia;
biopsia: consiste nel prelievo di un campione di tessuto che sarà esaminato al microscopio per accertare l’eventuale presenza di cellule tumorali. Qualora durante l’anoscopia, l’operatore accerti la presenza di tessuto  anomalo, può asportarlo e inviarlo in laboratorio per l’esame istologico al microscopio.

La prognosi e le opzioni terapeutiche dipendono dai seguenti fattori:

  • lo stadio del tumore;

  • se il tumore è circoscritto alla mucosa dell’ano;

  • la presenza di un’infezione da HIV;

  • se il tumore non risponde al trattamento o si è in presenza di una recidiva.


Opzioni terapeutiche, che sono:
L'intervento chirurgico demolitivo, rappresentato dalla amputazione addomino-perineale porta alla perdita definitiva della funzione ano-rattale con colostomia  permanente. La  sopravvivenza a 5 anni è in media del 50%, con un'alta incidenza di recidive locali.
L'alternativa è costituita dal trattamento radiante radicale ed è caratterizzato da una sopravvivenza a 5 anni dell'ordine del 65%. Tuttavia è  gravata da una tossicità importante per la particolare predisposizione alla radionecrosi dei tessuti  perianale e perineali. Al fine di diminuire la dose totale di radioterapia è stato messo a punto un protocollo combinato radio-chemioterapia. Tale  associazione si è dimostrata capace di indurre una remissione completa dei sintomi in un elevato  numero di pazienti.
Dunque, attualmente, l'amputazione addomino-perineale è riservata al trattamento della malattia residua, della recidiva locale o  delle complicanze insorgenti dopo radio-chemioterapia.
Il trattamento del carcinoma anale è variabile anche in relazione all'istotipo.
L’infezione da HIV può influire sul trattamento del cancro dell’ano.
La terapia oncologica può ulteriormente danneggiare il sistema immunitario già compromesso dei pazienti affetti da HIV. Generalmente, i pazienti portatori di cancro dell’ano e di virus HIV sono sottoposti a trattamenti meno aggressivi – sia chemioterapici che radioterapici.

Chirurgia
La chirurgia consiste nell’asportazione del tumore; è la modalità più comune per la diagnosi e il trattamento dei tumori anali. Il chirurgo potrà decidere di asportare il tumore attuando uno dei due seguenti tipi di intervento:
resezione addomino-perineale: consiste nella rimozione dell’ano, del retto e di una porzione del colon sigmoideo attraverso  un’incisione praticata nell’addome. Il chirurgo procederà quindi a colostomia, ossia praticherà nella  parete addominale un’apertura (stoma) per consentire l’evacuazione delle feci in un apposito sacchetto. Durante l’intervento, il chirurgo potrà decidere di procedere anche a dissezione linfonodale, ossia all’asportazione  dei linfonodi eventualmente compromessi. La colostomia era abbastanza comune in passato per il trattamento dei tumori anali, mentre oggi  è stata praticamente abbandonata, giacché la radioterapia con o senza chemioterapia rappresentano un trattamento  altrettanto efficace, senza tuttavia richiedere il ricorso a un intervento così mutilante. Tuttavia, se nel vostro caso questa è  inevitabile, il sacchetto in cui si raccoglieranno le feci è fatto aderire alla cute per mezzo di una colla speciale  e si getta dopo l’uso. Il sacchetto è invisibile sotto i vestiti e la maggior parte dei pazienti stomizzati è in grado  di accudirsi da sé.
resezione locale: consiste nell’asportazione del tumore e di una parte di tessuto sano che lo circonda. Si esegue quando il tumore è circoscritto e di piccole dimensioni. Spesso lo sfintere, il muscolo disposto intorno all’ano che, contraendosi,   consente a questo di aprirsi e chiudersi, può essere conservato, il che significa che manterrete la funzione della defecazione. I tumori che si sviluppano nel basso ano vengono spesso asportati con questa procedura.


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