GASTROENTEROLOGIA - ENDOSCOPIA DIGESTIVA - STUDIO SPECIALISTICO

Vai ai contenuti

Menu principale:

EUS OPERATIVA e TERAPEUTICA

ENDOSCOPIA DIGESTIVA > ENDOSCOPIA OPERATIVA

L'ecografia endoscopica (EUS, Endoscopic UltraSonography) è una procedura minimamente invasiva che  permette di valutare le malattie del tratto digestivo (gastrointestinale) e di altri organi e tessuti vicini, ed integra l'approccio ecografico a quello endoscopico classico.

Come già specificato in altra pagina del sito caso l'EUS può eseguire la diagnosi di lesioni presenti in tali distretti, confermando la natura della lesione mediante l’esecuzione l'esecuzione di prelievi di tessuto attraverso l’utilizzo  di aghi sottili ecoguidati (EUS-FNA, "Fine Needle Aspiration" ed EUS-FNB, "Fine Needle Biopsy"). Il campione raccolto verrà esaminato al fine di fornire una diagnosi precisa (esame citologico e/o istologico).
La FNB non migliora la resa diagnostica della neoplasia rispetto alla FNA. Tuttavia, la possibilità di ottenere campioni istologici può aiutare nella diagnosi di condizioni benigne come la pancreatite autoimmune o cronica, in cui la valutazione  dell'architettura tissutale è necessaria per ottenere una diagnosi. Inoltre, l'EUS-FNB dovrebbe essere presa in considerazione nelle lesioni con precedente EUS non diagnostica.

PREPARAZIONE ALL'ESECUZIONE DELL'ESAME
Ecoendoscopia Superiore (mediastinica, esofagea, gastrica, duodenale, biliare e pancreatica) è sufficiente il digiuno da almeno 6/8 ore. Prima dell'esame è opportuno rimuovere eventuali protesi dentarie mobili.

Ecoendoscopia Inferiore (rettale, pelvica): effettuare due microclisteri (200 cc cadauno) la sera precedente e uno circa tre ore prima dell'esame. La procedura  non prevede di norma, la somministrazione di farmaci sedativi.


PROCEDURE OPERATIVE/TERAPEUTICHE
L'esecuzione di tali procedure viene sempre svolta in regime di ricovero ospedaliero sia per le caratteristiche cliniche dei pazienti che per le possibili complicanze immediate e/o tardive ad esse associate che sono diverse e potenzialmente  di maggiore impatto clinico rispetto a quelle che possono intervenire in seguito ad una EUS diagnostica.

Alcolizzazione/Blocco del Plesso Celiaco sotto guida Ecoendoscopica

In casi particolari si possono effettuare trattamenti come l'iniezione di antidolorifici o di farmaci particolari direttamente nella sede di malattia (EUS terapeutica).

È una procedura che ha dimostrato di essere efficace nel ridurre il dolore e la necessità di antidolorifici nei pazienti affetti da pancreatica avanzata o da pancreatite cronica. Consiste nell'iniezione di alcool assoluto o antinfiammatori  quali il cortisone o anestetici locali a livello dei gangli nervosi (Plesso Celiaco) del simpatico posto attorno all’emergenza del tripode celiaco (un’arteria che origina dall’aorta appena al di sotto del diaframma)  a cui giungono le afferenze viscerali dell’addome superiore.
La procedura viene eseguita in sedazione profonda con assistenza anestesiologica, con monitoraggio della pressione arteriosa. Le principali complicanze sono i sanguinamenti e l'ipotensione  arteriosa.
Al termine della procedura il paziente viene monitorato in una sala dedicata ("recovery room") fino al completo risveglio e successivamente riportato nel Reparto di degenza per una notte di ricovero.

Drenaggio Ecoendoscopico di raccolte addominali
(pseudocisti pancreatiche /necrosi/ascessi) che causano sintomi  da compressione su organi addominali  o toracici mediante l’aspirazione diretta del liquido o l’inserimento di piccoli  tubicini in plastica o metallo (endoprotesi) in comunicazione con i visceri, che potranno poi venire rimossi o sostituiti,  in caso di ostruzione (EUS operativa).
In questo tipo di procedure ci si avvale anche del supporto dei raggi X. Sotto controllo ecografico viene evidenziata la raccolta da drenare e, sulla base delle caratteristiche  ecografiche del contenuto della stessa, decisa la modalità e gli accessori   che verranno utilizzati per il drenaggio, previa realizzazione di un tragitto fistoloso che metterà in comunicazione la raccolta con la cavità gastrica/duodenale.

Tale orifizio, a seconda del tipo di trattamento stabilito, verrà allargato con  dilatatori e quindi sotto controllo endoscopico e radiologico, verranno posizionate una o più endoprotesi di materiale plastico o metallico per tenere aperta la comunicazione tra raccolta e il tratto digestivo per permettere un completo svuotamento  della stessa. In caso di raccolte a necrotico-ascessuale, lo svuotamento della cavità non può avvenire da solo attraverso la fistola e tenuta aperta dalle protesi, pertanto il contenuto della stessa deve essere rimosso dall’ecoendoscopista con svariati accessori (anse a retina, dormia, anse polipectomia etc.) durante di trattamento successive.

QUALI SONO LE COMPLICANZE

L’EUS diagnostica è una procedura generalmente ben tollerata, ma come per tutte le indagini invasive, esistono dei limiti e alcune complicanze (nell'ordine dello 0.03-0.06%), in relazione soprattutto a particolari condizioni  anatomiche   (ad esempio nei pazienti sottoposti a precedenti interventi chirurgici), che condizionano, tra l'altro, anche l'insuccesso della metodica.
Le maggiori complicanze sono rappresentate dall’emorragia, dall’infezione e dalla perforazione degli organi digestivi; si tratta comunque di eventi rari, che compaiono soprattutto durante manovre operative e che vengono solitamente trattati    con terapie conservative; in alcuni casi, possono però richiedere anche interventi chirurgici d’urgenza.

La EUS operativa è, di per sé, gravata da un numero di complicanze, che seppur numericamente maggiore, rispetto alla diagnostica, è comunque sempre molto trascurabile. Complicanze più strettamente correlate alle procedure  operative,   seppur non frequenti, sono rappresentate dal sanguinamento, soprattutto durante e dopo procedure di drenaggio ecoendoscopico di lesioni pseudocistiche del pancreas (3%); raramente possono anche verificarsi infezioni asintomatiche (0-6%) e febbrili  (0.4-1%).

Complicanze dell’ecoendoscopia diagnostica
Le complicanze della EUS diagnostica sono molto rare (perforazione 0.03 - 0.06%; mortalità 0.02%), la perforazione endoscopica è per lo più di appannaggio dell’esofago cervicale. Non sono riportate differenze l’impiego  dei diversi tipi di strumenti radiali o lineari. La presenza di neoplasia esofagea e in generale di del viscere sono fattori di rischio indipendenti per la perforazione. Perforazione può avvenire anche in di difficoltà del transito  attraverso il ginocchio duodenale superiore o a livello di ansa digiunate nei pazienti con gastroresezione secondo Billroth II, in cui si cerchi di raggiungere la regione nell’ansa afferente, per lo studio della testa  pancreatica, della papilla o del coledoco intra pancreatico.

Complicanze dell’ecoendoscopia operativa
La EUS operativa (EUS-FNA/FNB) è di per sé gravata da un numero di complicanze, che seppur maggiore, rispetto alla diagnostica, è comunque sempre molto trascurabile. La perforazione con la stessa frequenza e  le stesse modalità di quanto avviene per la EUS diagnostica dato che nonè legata alla operatività bensi solo all’esecuzione dell’esame stesso. Il rischio è pari a quello di una standard e solo raramente richiede  un intervento chirurgico di riparazione anche per la possibilità utilizzare accessori endoscopici specificamente costruiti per la chiusura di perforazioni parietali. In caso di si può verificare una emorragia dalla sede della biopsia  (0 - 0.5%), solitamente, nel contesto della intestinale nel caso di lesioni solide (1.3-2.6%) o intraluminale nel caso di lesioni cistiche pancreatiche Tali sanguinamenti hanno evoluzione solitamente favorevole autolimitandosi spontaneamente  senza ricorrere, se non in rari casi, a trasfusioni di sangue. La pancreatite acuta (0.26-2%) è complicanza alla FNA/FNB del pancreas (lesioni solide o cistiche), normalmente di tipo edematoso e solo in rari con evoluzione  necrotico-emorragica (16,17). Un sanguinamento clinicamente significativo è invece stato in alcune procedure di drenaggio ecoendoscopico di lesioni pseudocistiche del pancreas (3%) (18). asintomatiche (0-6%) e più raramente  febbrili (0.4-1%) (16,17) completano il corollario delle che si possono avere durante l’esecuzione di un esame ecoendoscopico operativo; per la parte la mortalità è correlata alle complicanze.

Altri rischi potenziali generici, legati più o meno strettamente metodica in questione, sono le reazioni avverse ai farmaci sedativo-ipnotici (comunemente utilizzati per più sopportabile l’esame endoscopico) e l’inalazione accidentale di materiale  gastrico nei polmoni.

Cosa succede dopo una EUS operativa/terapeutica
Al termine della procedura, sia che sia stata eseguita in Sedazione Profonda con assistenza anestesiologica, in Sedazione Cosciente, il paziente verrà tenuto in osservazione in Recovery Room e la misurazione dei vitali proseguita  per alcune ore fino a quando l’effetto della Sedazione sarà smaltito e a giudizio del Responsabile sarà possibile la sua dimissione. Una terapia antibiotici viene iniziata durante la procedura ecoendoscopica e prolungata per  lo meno nei 4 giorni nel caso in cui il paziente venga sottoposto ad una procedura di ago-aspirazione (cisti lesioni peri-rettali) o drenaggio EUS-guidato di raccolte (pancreatiche o mediastiniche o peri-rettali).

Torna ai contenuti | Torna al menu