GASTROENTEROLOGIA - ENDOSCOPIA DIGESTIVA - STUDIO SPECIALISTICO

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Colecistiti

MALATTIE DELLA COLECISTI

Colecistite
E' l'infiammazione della colecisti. I germi più frequentemente responsabili sono le Salmonelle tiphy, gli Enterococchi, gli Stafilococchi. L'infezione può essere primitiva, o complicanza di altre affezioni settiche (per esempio durante un'infezione di tifo) e più spesso di stati colecistopatici
Patogenesi
COLECISTITE ACUTA LITIASICA - Incuneamento di un calcolo nel cistico - Mancato deflusso di bile - Flogosi chimica - Edema pareti colecisti, stasi linfo-venosa - Sofferenza ischemica - Sovrainfezione batterica (tale processo può evolvere in gangrana  e perforazione della colecisti).
COLECISTITE ACUTA ALITIASICA
Tale condizione morbosa è tipica dei soggetti anziani, diabetici, politraumatizzati, affetti da patologie settiche, post interventi chirurgici maggiori. La patogenesi è correlabile ad una ipoperfusione della colecisti e ad una stasi biliare che  innescano il meccanismo sopra descritto. E' importante sospettarla nei pazienti a rischio.
COLECISTITE ENFISEMATOSA
Una forma particolare, la cui genesi è dovuta ad agenti microbici produttori di gas, radiologicamente è individuabile gas nella colecisti.
Causa
predisponente e predominante, è l'ostruzione del dotto cistico da calcoli (COLECISTITE LITIASICA) e, nei pochi casi senza calcoli (COLECISTITE ALITIASICA), questi possono essere migrati nel coledoco ed eliminati. Altri possibili fattori d'ostruzione possono essere rappresentati da compressione da tumori, aderenze, linfonodi o infiammazioni di tessuti adiacenti. L'ostruzione provoca distensione, edema e, compromissione circolatoria dell'organo, da cui necrosi e gangrena aggravate dall'azione dannosa dei sali biliari. La colecistite acuta è più frequente nelle donne tra i 50 e i 60 anni.

I sintomi principali sono dolori, con caratteristiche di colica biliare; febbre costante, più o meno elevata a seconda della gravità dell' infiammazione, frequenti nausea e vomito; presenza di ittero, dovuto a ostruzione delle  vie biliari da edema o da calcolo nel coledoco o ad angiocolite.

La diagnosi si ottiene dagli esami del sangue (leucocitosi, aumento della VES) e dalla ecotomografia epatica.

La terapia conservativa è basata sul riposo del paziente, aspirazione gastrica continua, liquidi in endovena, antidolorifici, antibiotici. In caso d'urgenza o di non rispondenza alla terapia medica è indispensabile ricorrere all'intervento  chirurgico.

Distinguiamo anche forme acute e croniche:

Colecistite acuta:
Il 90% delle colecistiti è di natura litiasica come complicanza della colelitiasi. Se inizialmente la calcolosi della colecisti può procurare una semplice irritazione della  colecisti con edema delle pareti, successivamente può sovrapporsi un’infezione da batteri provenienti dall’intestino, tanto che, in assenza di cure, il contenuto della colecisti può farsi francamente purulento (empiema della colecisti),  fino ad un quadro di gangrena della parete, perforazione, fistolizzazione.    Clinicamente è presente un dolore acuto all'ipocondrio destro e/o all'epigastrio che si esacerba col respiro e con il movimento, talvolta irradiato alla spalla/scapola destra,  che tende a persistere oltre 30-60 minuti, a differenza della colica  biliare.  Può essere presente febbre, solitamente non elevata (valori > 38,5°C dovranno indirizzare verso forme empiematose o gangrenose), nausea e vomito.
L'esame obiettivo potrà evidenziare alla palpazione superficiale i segni di una iperestesia e resistenza dei quadranti a destra e dell'epigastrio, sino al caratteristico segno  di Murphy (arresto respiratorio alla palpazione del quadrante superiore   destro dell'addome). Negli esami di laboratorio è presente una modesta leucocitosi neutrofila; possibile modesto aumento della bilirubina, fosfatasi alcalina e AST.  Utile eseguire  l'ecografia addominale che potrà confermare la presenza di calcoli,   un ispessimento della parete colecistica (>3-4 mm), un aumento di volume della colecisti, il possibile sviluppo di raccolte pericolecistiche (flemmone colecistico) e la presenza del  segno di Murphy ecografico.  La terapia dovrà essere sia medica  che chirurgica.La terapia medica potrà risolvere l’acuzie in circa la metà dei pazienti, ponendoli a digiuno, posizionando un sondino nasogastrico,  somministrando liquidi,  elettroliti, analgesici, antispastici ed antibiotici ad ampio spettro   (es. cefalosporine, ampicillina). Per gli altri pazienti si impone la colecistectomia d'urgenza (entro le 72 ore dall'episodio acuto).

Colecistite cronica:
La colecistite cronica può essere successiva ad una colecistite acuta o può insorgere in maniera insidiosa. L'infiammazione causa la calcificazione della parete dell'organo  e l'ulcerazione della mucosa con congestione della stessa ed infiltrazione   linfocitaria; si associa sempre la presenza di calcoli e di bile torbida.
Clinicamente il paziente lamenta senso di distensione addominale, nausea e dolore sia a livello dell'ipocondrio destro che in regione scapolare o sottosternale; il vomito è raramente presente e l'epigastralgia aumenta dopo pasto. Nella diagnosi è    importante raccogliere un'anamnesi dettagliata. Una radiografia può mostrare la presenza di calcificazioni, ma la tecnica più importante è senza dubbio l'esame ecografico alla ricerca dei calcoli e dei classici segni di fibrosi della parete. La terapia elettiva è la colecistectomia.

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